Ciò che colpisce nella produzione di Russo sono i colori: smaltati, sanguigni, impermeabili alla luce. I rossi predominano su tutto, divorando gli azzurri e i verdi, con un disequilibrio tale da destabilizzare. Ma la tensione emotiva è solo apparente: fluttua nel disegno, si dissolve e evapora. Non ce n’è traccia nei corpi, o meglio nelle sagome, che abitano lo spazio senza conquistarlo. Non abita nelle maschere, negli insetti, negli oggetti in apparente movimento, raggelati dal tratto deciso del disegno. Segno spesso tagliente, fatto di linee che si piegano in angoli acuti e taglienti, alle volte invece più sfumato e sinuoso. È proprio questa contrapposizione a emergere prepotentemente in ogni suo lavoro, che si caratterizza proprio per questi bizzarri abbinamenti, che sembrano naïve, ma sono invece pensati, ragionati, meditati.
L’artista fornisce di sé così una lettura intima, personale e carnale. Riesce a rendere trasparente ciò che è materiale, fluido ciò che è solido. Angelo Russo traspone in pittura il suo personale trattato dell’arte e lo fa nel modo più istintivo possibile, attraverso le pennellate, liquide, fluide eppure impermeabili e insondabili.
Affascinato dal macrocosmo, Russo non rinuncia alla minuzia, al dettaglio, al motivo decorativo. In lui la psicologia si apparenta al dato intimo, fino a diventarne un tutt’uno. Viaggiano paralleli, contigui, di pari passo.
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Il giorno 1/9/2021 alle ore 18:00 verrà inaugurata la mostra dell’artista viterbese Angelo Russo – Colore e Simboli.
La mostra nella suggestiva location di Viterbo Sotterranea si prefigge di offrire ai visitatori un percorso ricco di fascino, con l’intento di far entrare più a contatto con le proprie emozioni: lo scendere più in basso, metaforicamente come avvicinarsi di più all’inconscio, colori che si contrappongono al grigio della roccia integrando due opposti, luci e ombre che si rincorrono quasi danzando pur nella monumentale staticità delle grotte, saranno la cifra stilistica della mostra.
Russo, conosciuto anche per aver ideato a fine millennio (1991/1997) una tra le Macchine di Santa Rosa più innovative e suggestive, sia per la forma che per i materiali utilizzati, ha nella sua biografia una serie di mostre di arte visiva sia personali che collettive che iniziano dal lontano 1975. Proprio in questi giorni si sono concluse la sua Personale a Proceno “ritorno nel luogo natio”, la Collettiva di Tuscania 100 Pittori a Palazzo Fani, e ha ricevuto a Soriano nel Cimino il 14 Agosto dall’Associazione Soriano Terzo Millennio il premio “Gli Oleandri 2021” riconoscimento per l’innovativo e costante impegno nell’arte.
Per dare il giusto risalto all’iniziativa è previsto un mese di esposizione. L’opportunità, oltre all’evento culturale che offre ai visitatori la produzione pittorica di uno tra gli artisti più apprezzati della Tuscia, è anche quella di far conoscere ai visitatori le bellezze del nostro territorio, e la location di Viterbo Sotterranea situata nel cuore del centro storico fa ulteriore volano all’evento. Nella mostra sarà anche esposta l’immagine della Macchina di Santa Rosa “Sinfonia d’Archi” oltre ad un quadro dedicato al “Facchino di Santa Rosa” inerenti l’importante evento viterbese, tanto caro all’artista, che ricordiamo rientra nella Rete delle grandi macchine portate a spalla italiane e dal 2013 è inserito nel Patrimonio orale e immateriale dell'umanità dell'UNESCO.
I quadri principalmente su tela, alcuni su tavola, sono polimaterici di varie grandezze e proprio nel rispetto del percorso “emozionale” saranno tutti corredati da didascalie.
Questa mostra nasce con l’intento di comunicare un messaggio positivo: la vita va avanti nonostante tutto. Nel corso della storia troppe volte l’essere umano ha sperimentato disagi, catastrofi, significativi mutamenti dell’habitat o pandemie, riuscendo sempre ad uscirne e facendone tesoro pur nella tragicità degli eventi.
Non è un caso che nella mostra ci sia più di una tela con l’immagine della farfalla, simbolo per antonomasia di trasformazione e rinascita essendo un animale che senza condizionamenti esterni passa dalla condizione di bruco a larva per diventare bellezza e leggerezza che libra nell’aria, nei prati, tra i fiori.
Durante il periodo della mostra nella bellissima Piazza della Morte a ridosso del quartiere medioevale di San Pellegrino, saranno organizzate alcune giornate con dei momenti di degustazione di prodotti locali, rafforzando la sinergia tra Arte, Cultura, Territorio e Prodotti di qualità.
Per l’occasione è stato stampato un catalogo (David Ghaleb Editore) con le immagini a colori di tutte le opere (Fotografie F. Biganzoli), biografia dell’autore e vari commenti sulle opere stesse.
Con il patrocinio della Regione Lazio, Provincia di Viterbo, Comune di Viterbo, Camera di Commercio Rieti e Viterbo Fondazione Carivit, Sodalzio Facchini di Santa Rosa, ACTAS Associazione Culturale Turismo Arte Spettacolo di Tuscania.
Con il Partenariato Dell’AICS Associazione Italiana Cultura Sport Comitato Provinciale di Viterbo, Confesercenti di Viterbo, Viterbo Sotterranea;
Con la sponsorizzazione della Cooperativa agricola Cesare Battisti di Vetralla, Vitauto di Vitorchiano, Klimt Art di Viterbo.
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