Presentazione di Ugo Longo

La lettura di questa raccolta di poesie mi ha fatto rivivere il “non luogo fisico” della scrittura, che ha permesso nel nostro caso, ad una comunità di individui, di poter esprimere “sé per gli altri” in una apertura autentica, che risentendo fortemente del legame di gruppo libera e proietta le singole individualità oltre la limitazione del contingente verso l'esterno, l'altro, il mondo reale o rappresentato. La forza del gruppo e il sentire individuale si fondono in una tensione verso la vita, verso la straordinaria bellezza della quotidianità, più volte presente negli scritti, che dovrebbe fungere da monito per una riflessione e contemplazione del nostro vissuto, così spesso permeato e diretto dalla frenetica categoria del tempo e dall'utilità del fare.
Durante la lettura si sono addensate nella mia mente conoscenze e riflessioni indotte dai “maestri” che ciascuno di noi ha avuto modo, e fortuna, di incontrare o spesso di studiare, che hanno inciso profondamente sulla nostra esistenza ristrutturando continuamente il nostro punto di vista e le nostre modalità di relazione intra ed interpersonali. Il mio pensiero è andato allo psichiatra Franco Basaglia, per il suo profondo credo nel dialogo, nella libera comunicazione tra “interno” ed “esterno”, sia a livello individuale che sociale. La malattia mentale sradicata dalla sola dimensione organica e dal protocollo istituzionale di trattamento, viene affrontata, dallo studioso, come stato transitorio di “crisi” in cui è necessario l'abbattimento dei muri del pregiudizio, della paura, della diffidenza che la società innalza con estrema facilità. Dal suo impegno e dalla legge “180/78”, meritoriamente Legge Basaglia, sono ormai passati 32 anni, ed anche se alcuni frammenti di muri resistono, i modelli delle comunità terapeutiche, hanno comunque affermato, anche nel senso comune, la loro valenza terapeutica ed esistenziale nel definire un processo di risocializzazione ed orientamento alla “vita” come superamento della “crisi” indotta dalla malattia o dalla dipendenza.
Parallelamente alcuni temi delle poesie di gruppo, il cambiamento di sé e degli altri, l'amore e la natura, il viaggiare e il volare, l'importanza dell'allegria, oltre a proiettare il gruppo verso una dimensione di “futuro”, traducono in scenari fantastici ed emozionali il proprio sentire; significativo tra tutti il richiamo al “non aver paura di essere felice”, felicità e allegria che di solito si collegano ad un sentimento di libertà e di gioia, assumono in questo caso una connotazione di ostacolo, per vincere il quale c'è bisogno della forza del gruppo, dell'interazione reale con la società.
Il cambiamento se da un lato si collega alle condizioni cliniche, riabilitative e pedagogiche che possono renderlo possibile ed autentico, dall'altro è condizione esistenziale di ciascuno. Noi cambiamo organicamente ed affettivamente giorno dopo giorno, che lo si voglia o meno, più o meno coscientemente, ma la qualità della nostra crescita dipende, secondo il prof. Reuven Feuerstein, psicologo e ricercatore israeliano allievo di Jean Piaget e di Ray a Ginevra, nonché fondatore della teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale, dal “cambiamento”, dalla propensione dell'individuo a modificarsi nella sua struttura cognitiva, emotiva e relazionale in risposta all'adattamento intelligente agli stimoli del mondo interiore ed esteriore.
Il “cambiamento” però è reso possibile, secondo lo studioso, dalla qualità della “mediazione”, cioè dai soggetti che nel corso della nostra vita hanno mediato tra noi e la realtà; i nostri genitori “in primis” e tutti coloro “buoni o cattivi maestri” che abbiamo incontrato lungo il nostro percorso esistenziale. Il mediatore come figura essenziale della crescita individuale ci rimanda all'ambiente modificante, che dovrebbe distinguersi per assenza di pregiudizi rispetto all'accesso alle opportunità di vita, per uguaglianza dei diritti e dei doveri, per attribuzione di responsabilità correlate agli strumenti personali che ciascuno è in grado di utilizzare da solo o con aiuto. Questa dimensione di fiducia profonda nella possibilità di cambiamento si ritrova tutta nel motto dello studioso: “Non accettarmi come sono”, che rimanda alla dimensione del cambiamento personale, non come utopia, ma come condizione strutturale e di vita, che però richiede requisiti concreti per la sua realizzazione.
Accanto a questa dimensione del cambiamento si nota nelle poesie la differenza di genere espressa nel diverso modo di sentire. La profondità del sentimento, nella scrittura delle donne, prende colorazioni multiformi che si fondono in un particolare sguardo poetico verso la realtà e l'esistenza:
la fiducia verso una mano amica, il calore, il canto e la gioia di vivere e l'amicizia trovata. Si rimarca la tendenza al legame, al sostegno dell'amico che spesso ci ha soccorso e che lo farà di nuovo nel momento in cui ci vedrà in difficoltà;
la sfiducia, la mancanza di sostegno, lo strazio per il rifiuto dell'altro, “altri che non credono in te da cui vorresti essere amata, smetto di lottare”. La crisi che prende il sopravvento che sembra chiudere ogni possibilità di vita, ma che poi viene superata;
“la pace nell'essere sereni, nella salute, nella prosperità, nell'istruzione, nello stare bene vicini e non disturbarsi”. La bella visione della pace come affetto caro, come famiglia, come vicinanza che non arreca disturbo;
“il volare per non respirare solo terra, nuvole, sole, aironi e angeli, far crescere gli alberi capovolti per non cadere, non chiudere mai gli occhi per vedere tutto”. La tensione spirituale la voglia di sollevarsi, di volersi staccare dal terreno è la stessa forza del voler divenire altro controllando la natura e il suo corso;
“la corda d'oro che lega i cuori, il donare senza pretendere, l'azzerare le distanze”. La corda d'oro, amicizia che lega due cuori e sostanzia il dono prezioso del dare senza pretendere.
Nell'espressività maschile il sentire personale mette in evidenza differenti temi:
il viaggio come filo tra affetti genitoriali e affetti adulti: l'amore per una donna;
“la fine del tunnel della malattia mentale, la vita normale, Dio e la grazia, la donna, la famiglia e figli”. La forza del vissuto e della crisi personale si intreccia con la speranza di una nuova vita;
“il paradiso come forza, dove gli angeli hanno sesso e non devono volare per forza”. Rifiuto della costrizione e una rappresentazione libera degli angeli (e della fede?), non devono volare per forza, possono scegliere di non farlo.
amore per la musica e la fisarmonica “vorrei suonare un fisarmonica più grande ma costa e io i soldi non ce l'ho”. Passione da coltivare che parla all'anima ma che richiede risorse economiche per essere sostenuta.
i partiti che promettono e non mantengono le promesse, “io senza casa famiglia come facevo?”
Richiamo sociale al sistema della politica e alla risposta istituzionale positiva delle comunità che si prendono carico delle persone in crisi.
“E se…trasgressione, matto urbano come lavoro, non stare bene con persone tipiche, una psicologia umana priva di schemi da seguire”. La forza della trasgressione, del non comune, una psicologia dell'uomo libera da schemi concettuali che imprigionano invece di liberare.
Le poesie riportano una rappresentazione di tutti noi e del nostro mondo con l'importanza dei valori e dei sentimenti, dell'amore, dell'accoglienza e della possibilità di essere non straordinari, ma normali, l'elogio della normalità non come assenza di aspirazioni, ma come piacere e rivalutazione profonda della vita nella sua dimensione personale e sociale: “coraggio gaspero è ora di alzarsi” come invito a vivere e a lottare per realizzare l'impresa eccezionale di esistere.
Una lettura particolarmente adatta ai giovani, agli studenti, che spesso dimenticano la forza espressiva e costruttiva della parola, relegandola nel confine tetro della nozione, che non diventerà mai cognizione e conoscenza senza un lavoro di rielaborazione personale. La speranza è che l'impegno profuso dai liberi scrittori di questo testo e da coloro che hanno mediato questa esperienza, possa essere solo l'inizio di un duraturo dialogo tra il dentro e il fuori personale e sociale che caratterizza l'esistenza di ciascuno di noi.