Master "Narratori di comunità"
2018-2019

23/11/2018
1/12/2018




Modulo II

Immagini Inaugurazione


Modulo II

Immagini


Modulo III

 

 

 



Confermato per l'Anno Accademico 2018/2019 il master "Narratore di comunità" per formare una nuova figura, un operatore culturale capace di promuovere il territorio valorizzandone la cultura, la storia e le tradizioni che lo caratterizzano.

Per raggiungere questo risultato, l'Università degli Studi della Tuscia ha dato vita ad un master universitario. Il master inaugurato il 24 febbraio2017 durerà 6 mesi.

Per qualsiasi informazione, oltre a prendere contatto direttamente con l'Università degli Studi della Tuscia, è possibile scrivere al seguente indirizzo mail
labandadelracconto@alice.it
oppure telefonare al numero 320.6872739.

LA BANDA DEL RACCONTO
Comunità, paesaggi, storie. Racconti come patrimoni identitari

COSA È
Il progetto BANDA del RACCONTO (da qui in poi: BdR) lavora sulle identità del nostro territorio e dei suoi paesaggi a partire dai suoi patrimoni narrativi. L’obiettivo è restituire alle comunità interessate i patrimoni narrativi raccolti con l’interesse di un buon tasso di sociabilità dei saperi. Vediamo in che senso. L’idea è semplice: attraverso una prima fase di dialogo con agenzie e soggetti di mediazione culturale attivi nelle comunità dove la BdR intende aprire un proprio sportello (musei e biblioteche, scuole e centri per anziani, associazioni culturali e di promozione delle tradizioni e dell’immagine turistica locale), gli operatori identificano uno o più “focolari” narrativi di rilievo rispetto all’identità comunitaria. Può trattarsi di singoli individui di spicco o di piccoli gruppi; di ambienti domestici o di lavoro; di luoghi reali, anche monumentali, o semplicemente legati all’immaginario paesano; di realtà pertinenti al singolo campanile o trasversali a più comunità vicine e affini. Particolare attenzione gli operatori della BdR pongono nella scelta di luoghi e narrazioni che possano contribuire a creare/ricreare e potenziare il dialogo tra generazioni diverse. Perché la BdR concepisce il passato come enzima creativo da rivolgere al presente e al futuro delle comunità: le tradizioni, insomma, interessano la BdR nel senso propriamente etimologico della parola, in quanto veicoli di trasmissione valoriale. Nella seconda fase gli operatori della BdR si pongono in ascolto: si tratta di raccogliere racconti con l’ausilio di adeguata tecnologia video-audio e nel rispetto degli elementari della ricerca sul campo così come definiti dall’antropologia culturale e dalle altre scienze sociali. D’altro canto però gli operatori della BdR raccontano a loro volta: essi infatti sottopongono all’attenzione dei narratori locali altre storie riguardanti le loro comunità (cronache, storie, leggende locali, resoconti di viaggiatori ecc.) e ne discutono insieme. In una terza fase i racconti raccolti vengono trasformati. In questa direzione operatori della BdR e narratori locali contrattano e definiscono le forme di una restituzione narrativa alle comunità: potrà trattarsi di un video, di un libro, di conferenze o lezioni-spettacolo, di spettacolo tout court, di una mostra, di passeggiate-racconto o di vere e proprie visite guidate. Non ha senso definire a priori le forme della restituzione: esse dipenderanno da particolarità e qualità intrinseche dei racconti raccolti; dalle caratteristiche umane, psicologiche e culturali dei narratori coinvolti nell’esperimento; dall’intensità del loro coinvolgimento nel dialogo instaurato con gli operatori della BdR. La peculiarità del progetto BdR è che i narratori partecipano da protagonisti, sotto la regia degli operatori-tutor, anche alle fasi di progettazione e di concreta realizzazione della restituzione del patrimonio narrativo alle comunità. Da una parte, la restituzione in quanto evento pubblico incoraggia processi di ridefinizione identitaria nelle comunità. Dall’altra, l’evento stesso può trasformarsi nel tempo in consuetudine, appuntamento, tradizione instauratasi ex-novo e quindi in vera e propria icona identitaria in nuce per le comunità: riconoscibile dall’esterno, successivamente perfezionabile e spendibile come risorsa/offerta in direzione di un turismo sostenibile.

Le comunità toccate dalla BdR sono state:
- Edizione 2008: Latera, Cellere e Farnese.
Questo primo esperimento di Banca del Racconto ha visto protagonisti il narratore di fiabe Pietro Moretti di Latera, successivamente Vincenzo Gioiosi, pastore cellerese, e infine lo scrittore Savino Bessi di Farnese.
- Edizione 2009: Viterbo, Caprarola e Corchiano.
La seconda edizione della Banca del Racconto ha fatto tappa a Viterbo ed è stata incentrata sulla figura di Alfio Pannega. Il lavoro di ricerca e restituzione ha toccato anche altri paesi, in particolare Corchiano (sul tema dell'acqua) e Caprarola (il tema affrontato è stato quello del teatro popolare).
- Edizione 2010: Vejano, Tuscania e Vetralla.
Argomento centrale di questa edizione è stata la distruzione, declinata a Tuscania sub specie terremoto e a Vejano e Vetralla connessa con le devastazioni causate dal passaggio del fronte durante la Seconda guerra mondiale.
- Edizione 2011: Tarquinia, Montalto di Castro
Al centro delle storie di vita documentate e successivamente restituite, il tema del latifondo e della riforma agraria.
- Edizione 2015: Viterbo
L’intervento ha avuto per oggetto il bombardamento subito dalla città nel corso della seconda guerra mondiale. Titolo: 1944 - Viterbo anno zero. Viterbo bombardata, Viterbo liberata nelle voci e nei ricordi dei testimoni
- Edizione 2015: Celleno
La ricerca ha prodotto un cortometraggio dal titolo La memoria in scena. Vita, ricordi, racconti di Celleno vecchio.

Nel periodo compreso tra il 2010 e il 2015 le esperienze di ricerca, trasformazione e restituzione delle storie raccolte a partire dal 2008 sono state capitalizzate e messe in valore attraverso la pubblicazione di una serie di volumi inseriti all’interno della collana Banda del Racconto dell’editore Davide Ghaleb.

– Allora ero giovane pure io. Travagliata e poetica vita di Alfio Pannega, a cura di Antonello Ricci, Alfonso Prota e Valentino Costa, Vetralla, Davide Ghaleb Editore, 2010
Compagnia Teatro Popolare “Peppino Liuzzi”. Intervista su tradizione, continuità e trasformazione, a cura di Alfonso Prota e Antonello Ricci, Vetralla, Davide Ghaleb Editore, 2010
Orsorella e gli altri. Favole raccontate da Pietro Moretti, a cura di Marco D’Aureli, Vetralla, Davide Ghaleb Editore, 2012Il libro delle passeggiate 2013 e altri paesaggi narrati «surplace», di Antonello Ricci, Vetralla, Davide Ghaleb Editore, 2014
Boys a Viterbo 1977 2014. Storia, leggende e altre bagattelle, a cura di Antonello Ricci, Vetralla, Davide Ghaleb Editore, 2014
Il secondo libro delle passeggiate e altre bagattelle narrate per l’anno 2014, di Antonello Ricci, Vetralla, Davide Ghaleb Editore, 2014
I pirati della bellezza. Romanzo degli Etruschi secondo Antonello Ricci, di Antonello Ricci, Vetralla, Davide Ghaleb Editore, 2015
C’era una volta… I Monti Cimini. Narrare paesaggi. Diario di bordo del corso Carbacc, a cura di Marco d’Aureli, Vetralla, Davide Gahleb Editore, 2015
Tarquinia ’900. Una comunità allo specchio dei racconti [contiene il DVD del film, regia di Marco Marcotulli], a cura di Marco D’Aureli e Antonello Ricci, Vetralla, Davide Ghaleb Editore, 2015
Un anno con gli etruschi. Le passeggiate/racconto. Capitolo primo: gennaio-giugno, a cura di Antonello Ricci, Vetralla, Davide Ghaleb Editore, 2015
Viterbo città del mare. Tuscia terra di Orson Welles, Pasolini, Fellini, di Antonello Ricci, Vetralla, Davide Ghaleb Editore, 2016
La pelle di un pittore è la sua terra. Tele installazioni paesaggi ritratti racconti, di Ireneo Melaragni e Antonello Ricci, Vetralla, Davide Ghaleb Editore, 2016

Associazione Culturale
BANDA del RACCONTO Via del Meone, 14 - 01100 Viterbo
CF 90099620560 – Tel. 3935744669
labandadelracconto@alice.it

COSA È
Istituita a Viterbo nel settembre del 2011, la BANDA del RACCONTO è una associazione culturale attiva nei settori della promozione sociale e culturale, della valorizzazione del territorio, dell'educazione e delle attività ludico-ricreative. L'associazione nasce dalla messa in valore di anni di precedenti esperienze maturate nel campo della promozione culturale e dello spettacolo (concerto, passeggiate-racconto, collaborazioni editoriali e performance teatrali).
La BANDA del RACCONTO agisce di preferenza nei territori di Viterbo e della Tuscia, della Maremma tosco-laziale, della Campagna Romana. Nel corso della sua storia si è resa protagonista di brevi incursioni anche nella Capitale.

CHI È
La BANDA del RACCONTO è composta, tra gli altri, da:

Antonello Ricci (Viterbo 1961) insegna presso l’Istituto Magistrale della sua città.
È dottore di ricerca in «Storia e cultura del viaggio e dell’odeporica nell’Europa moderna» presso l’Università della Tuscia. La sua tesi di dottorato è stata di recente pubblicata con il titolo: La scrittura di viaggio di Marianna Dionigi. Una archeologa e pittrice di paesaggio dai salotti della Roma napoleonica alle città della Ciociaria, Sette Città 2011.
Protagonista di numerose esperienze di impegno civile (dalle inchieste per il settimanale Sotto Voce alle passeggiate-racconto nella recente battaglia per la istituzione del parco regionale Valle dell’Arcionello) è studioso interdisciplinare, poeta, performer, animatore culturale.
Di formazione antropologica, ha pubblicato saggi scientifici di storia orale, antropologia della scrittura, poesia improvvisata e didattica della scrittura su riviste specializzate quali Italiano & Oltre, La Ricerca Folklorica, I Giorni Cantati, Il Mulino. Suoi articoli anche sul quotidiano Il Manifesto.
Ha firmato vari libri e curatele per gli editori Vecchiarelli, Sette Città, Effigi, Stampa Alternativa.
Collabora stabilmente con Davide Ghaleb editore dal 2009. Con lui ha pubblicato: il racconto metricato 1932, il copione teatrale Sottoassedio. Viterbo 1921-’22, i versicoli Sulla natura sulla battaglia, l’albo a fumetti (firmato a quattro mani con Alfonso Prota, 2010) e la fantasia poetico musicale de Il colombiano. Di adozioni & altre biologie (sempre con Prota, 2011).
Nel 2013 ha pubblicato con Effigi edizioni il racconto metricato Fuori da dove. Il ritorno.
I suoi interventi di critica letteraria sono raccolti in Manierismi ’900. Scritti critici, Malavoglia, Viterbo 2001.
Intorno ai temi dei viaggiatori dell’immaginario, del viaggio/paesaggio e delle identità locali della Tuscia ha pubblicato in volume: Tuscia viaggio in leggìo (Viterbo, Sette Città 1998); Maremme in leggìo (Manziana, Vecchiarelli 2000); Guida di Viterbo (Città di Castello, Edimond 2001), All’ombra del campanile smisurato. Saggi su localismo e localisti (Manziana, Vecchiarelli 2004), la guida tascabile Saper vedere Viterbo (Viterbo, Sette Città 2011).
Suoi contributi di studio sull’odeporica e sulla letteratura di viaggio sono presenti in numerosi atti di convegni del settore nonché su riviste quali Quaderni del ’900 e Carte di viaggio.

Marco D'Aureli (Civitavecchia 1977), antropologo, specialista nel settore dei patrimoni culturali, direttore del Museo della terra di Latera e del Museo del brigantaggio di Cellere. Dal 2012 al 2015 è stato Segretario di SIMBDEA – Società Italiana per la Museografia e i Beni DemoEtnoAntropologici. È culture della materia presso la cattedra di Antropologia culturale della Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

Pietro Benedetti (Tuscania 1956) è attore e regista. Autodidatta di formazione grotowskiana, affina il suo metodo con Isabella Del Bianco e Cristiano Censi e con Susan Batson dell’Actor’s Studio.
La sua ricerca teatrale è stata ispirata, per ciò che riguarda la ricerca sul campo, dall’opera e dalla persona di Franco Cagnetta. Dopo numerose esperienze teatrali approda al cinema collaborando con vari registi fra cui Paolo Bianchini. Per i tipi di Davide Ghaleb editore ha curato il volume di imminente uscita: Drug Gojko (testo teatrale dello spettacolo dedicato alla storia di Nello Marignoli, partigiano viterbese nella guerra di liberazione jugoslava). È fra i fondatori della Banda del Racconto;

Alfonso Prota (Napoli 1976) si occupa di paesaggio e cartografia. Nel 2003 si avvicina al teatro con il Gruppo Spontaneo Attori Dilettanti Volgiti, che fai. Partecipa a mostre in collaborazione con Officina delle Arti di Viterbo e organizza Indicrazia_musica e arti visive indipendenti nell'ambito di EstasiARCI. Dal 2006 promuove la funzione didattica del fumetto nelle scuole della Tuscia e nella casa circondariale Mammagialla di Viterbo. Dal 2008, insieme ad Antonello Ricci e alla Banda del Racconto, raccoglie trasforma e restituisce storie. Nello stesso anno partecipa al 1° corso sperimentale di illustrazione Raccontare per Immagini diretto da Marcella Brancaforte. Dal 2009, con Stefano Frateiacci e Matteo Ronchetti, sperimenta nel “laboratorio musicale” MYLIAC (myliac.bandcamp.com). Collabora ai libri 1932 e Il Colombiano di Antonello Ricci (Davide Ghaleb editore), realizza le illustrazioni per Racconti dalle terre aretine (Il Filo ditore),Sottoassedio (Davide Ghaleb editore), Sulla natura sulla battaglia (Davide Ghaleb editore), Orsorella e gli altri (Davide Ghaleb editore) e disegna, dai testi di Antonello Ricci, il fumetto Vittoria! (Davide Ghaleb editore). Nel 2012 cura e illustra il libro di fiabe Orsorella e gli altri da cui produce un reading-concerto (m.youtube.com/watch?v=fnvEtQ884vg)Nel 2014, con l’Ass. Cult. Banda del Racconto, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dei Beni Culturali dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, è ideatore e docente del workshop Il Narratore di Comunità – luoghi della memoria, viandanza, biodiversità e agricoltura. Nel 2015, con l’Ass. Cult. Banda del Racconto, in collaborazione con il CARBACC (Consorzio Aree Basse Colline Cimine, cura e partecipa come docente al corso di formazione “itinerante” «C'era una volta»... i Monti Cimini – Saper narrare paesaggi. Dal 2015 sperimenta una nuova forma di comunicazione aziendale, basata sul metodo Banda del Racconto-Narratore di Comunità: è voce narrante di MYOP srl, una giovane azienda siciliana. Make Your Own Path è una rete, un gruppo di persone e aziende con differenti provenienze disciplinari ed esperienze lavorative, al servizio di un’idea comune: accogliere in un dialogo creativo realtà artigianali, artistiche e industriali siciliane e non solo, lasciare libero accesso al cliente, esortandolo a creare il proprio percorso, a intervenire nel processo creativo e produttivo, a personalizzare i progetti MYOP.me. Nel gennaio 2016 mette in scena, nella veste di regista e attore, uno spettacolo di narrazione per L’Università Agraria di Manziana (RM) dal titolo Dalla Mezzadria a Ben-Hur, in marzo progetta e allestisce l’installazione etnografica INRI, una sofisticazione delle “voci” della processione del Cristo morto; in maggio a Cesena, nel cartellone de La Bellezza delle Parole, cura e mette in scena la riduzione del racconto La tartaruga e le comete di Fabio Stassi: una pantomima in tre chiavi per voce, pupi siciliani e pianino a cilindro: Caterina e Lo Spagnolo

Davide Ghaleb è titolare della casa editrice omonima che nasce nel 1998, in sinergia con il Museo della Città e del Territorio di Vetralla fondato da Enrico Guidoni ed Elisabetta  De Minicis. Divulga  studi e ricerche sulla Tuscia focalizzandosi sulla conoscenza e la valorizzazione di un patrimonio culturale troppo spesso negletto.
Si avvale della collaborazione di docenti universitari  (Sapienza Università di Roma, Università degli Studi della Tuscia) valorizzando anche il lavoro di giovani studiosi e neo-laureati.
Il catalogo annovera  circa 200 pubblicazioni di ambito storico-artistico, ma non vi mancano collane riservate a narrativa, poesia, didattica e antropologia.
Dal 2006 ha allargato il proprio campo di interesse anche ai centri della provincia romana.
Ha pubblicato tre testate periodiche, registrate presso il Tribunale di Viterbo.
Dal 2009, con Antonello Ricci e la Banda del Racconto accende una rete di iniziative letterario-teatrali su tematiche sociali e d’impegno civile.
Dal 2012 è editore di Forma Civitatis, rivista di studi internazionali di architettura e urbanistica. (www.formacivitatis.com/index.php/journal).
Nel 2011 fonda, insieme a Filippo Mazza, il portale culturale Eventuscia (www.eventuscia.it).
Dal 2014 è Associato BIC Lazio.
Organizza – finalizzate alla promozione delle pubblicazioni – attività quali concerti,  spettacoli, passeggiate/racconto e mostre, tutte riccamente documentate sul sito web ghaleb.it.
Davide Ghaleb esercita la professione di fotografo, dal 1991 ed è iscritto all’Associazione Nazionale fotografi professionisti Tau Visual e associato SIAE (sezione OLAF).