Davide Ghaleb Editore
Pittura a Nepi
LIBRERIA

Nota introduttiva
di Enrico Guidoni

Gli articoli qui raccolti su alcune tra le più interessanti e meno conosciute testimonianze artistiche di Nepi sono il frutto delle esercitazioni svolte dagli allievi della Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti dell'Università di Roma “La Sapienza” (Corso di “Istituzione di Storia dell'Arte”, anno 2002):
Come già verificatosi, negli anni precedenti, per Capranica e Sutri, la pubblicazione in un apposito quaderno di ricerche dedicate a un patrimonio sostanzialmente non ancora adeguatamente valorizzato e a mala pena noto agli addetti ai lavori, è stata resa possibile dalla sensibilità dell'Amministrazione Comunale, che ha già avuto il modo di promuovere il primo dei “Quaderni di Nepi” sul Palazzo Comunale. Grazie a quella collaborazione, che si auspica possa estendersi ad altri centri della Tuscia, si va componendo gradualmente un panorama inedito di opere d'arte medievali, rinascimentali, barocche e contemporanee sulle quali, anche se di grande qualità, raramente esistevano studi specifici e metodologicamente aggiornati.
L'abbondanza e l'importanza del patrimonio artistico nepesino ha suggerito, anche in questo caso, di limitare le ricerche alla pittura, tentando di pervenire per le diverse opere, se non sempre ad una certa attribuzione, almeno alla individuazione di un ambito, di un arco cronologico e di un significato specifico. Gli artisti cui si sono riferiti gli affreschi e i quadri studiati, talvolta di grande fama in accordo con la loro notevole qualità, sono stati spesso suggeriti dal docente, e le verifiche di datazione e attribuzione non sempre, ovviamente, hanno portato a risultati definitivi. Tuttavia ci sentiamo di segnalare la straordinaria e innovativa utilità di un volume che, grazie all'entusiasmo dei giovani ricercatori, apre sicuramente una fase di conoscenza e di valorizzazione di un complesso di opere pittoriche di sicura importanza e meritevoli di essere valorizzate. La presenza a Nepi di tanti artisti romani, toscani e umbri, ma anche provenienti da più lontane regioni, non fa che confermare la ricchezza e la complessità del patrimonio della Tuscia, dove accanto a ben individuate e non sempre brillanti scuole locali, hanno operato grandi maestri in transito e personalità di notevole originalità, in parte ancora da scoprire e documentare.
Un ringraziamento a quanti ci hanno aiutato in questo lavoro, e in particolare a Claudio Canonici, direttore dell’Archivio Diocesano, e a Stefano Francocci, direttore del Museo Archeologico.