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Editoriale |
Nel ricordare i quindici anni di attività del Museo della Città e del Territorio è opportuno fare, se non un bilancio, il punto su quegli aspetti della situazione culturale vetrallese che toccano più da vicino i nostri programmi e le nostre proposte. Questo numero dell’Annuario accoglie, in primo luogo, alcune relazioni presentate a convegni i cui Atti, per mancanza di fondi necessari, non vengono pubblicati: si tratta dell’importante incontro svoltosi a Caprarola (in Palazzo Farnese), nel 2004, e della giornata di studio su “I musei della città e del territorio” tenutosi l’anno successivo nel Castello Orsini di Castel Madama (Roma). Nel primo incontro i numerosi relatori si sono concentrati sui valori artistici e sui significati simbolici delle opere di architettura, scultura e pittura presenti nel complesso farnesiano, mentre nel secondo -della serie dedicata ai centri storici che abbiamo più volte illustrato su queste pagine - si è trattato del forte impatto che la tipologia museale da noi proposta può avere sulla tutela e sulla promozione delle piccole realtà locali. I due temi sono in qualche modo tra loro connessi e complementari: dall’unione di importanti monumenti e di validi insiemi urbani e paesaggistici può infatti scaturire un’offerta culturale complessa e, ancor prima, una consapevolezza dello spessore del patrimonio collettivo e della necessità urgente di salvaguardarlo e utilizzarlo per uno sviluppo duraturo delle comunità. 1) Museo della Città e del Territorio. Nel 2007 il Museo di Vetralla potrà dirsi concluso, con l’apertura al pubblico anche del piano inferiore in grotta, e comprendente le sezioni dedicate ai Laterizi, al Muratore e alla Pietra, la Cantina e i servizi igienici. Non va dimenticata la Casa Museo allestita nella Torre del Capitano del Popolo, inizio di un ampliamento dell’offerta museale che prefigura per la cittadina un ruolo forte sia sul piano culturale che su quello turistico. Da molti anni infatti abbiamo incoraggiato il Comune a costituire un Museo Archeologico (o Antiquarium) comunale, per conservare manufatti che attualmente hanno collocazione provvisoria e anche i reperti di auspicabili future campagne di scavi. Abbiamo anche proposto, ormai da più di un decennio, la costituzione di un Museo del lavoro contadino che senza sovrapporsi al Museo già esistente dedicato in modo specifico all’artigianato e con taglio specialistico, consenta di raccogliere le ultime testimonianze delle attrezzature agricole (in particolare di quelle relative alla celebrata coltura dell’ulivo e i carri di trasporto). Infine, a completare il sistema museale vetrallese si potrà prevedere un Museo naturalistico comunale che potrà essere liberamente tagliato sul grande patrimonio boschivo ma anche su tematiche diverse, costituendo a sua volta un polo attrattivo di notevole valore anche sul piano educativo. Per queste nuove iniziative, tutte rigorosamente pubbliche in modo da poter ricevere adeguati finanziamenti iniziali e costanti contributi, mettiamo a disposizione la nostra esperienza. 2) Pavimentazioni. Per non ripetere la deleteria esperienza di alcuni anni orsono, quando una parte delle antiche pavimentazioni di Vetralla è stata rifatta senza tener conto del loro valore storico e con dispersione del materiale originale, chiediamo che i prossimi previsti interventi siano più controllati e condivisi, anche ad evitare polemiche che, a cose fatte, potrebbero sembrare inutili. Ci riferiamo, in primo luogo, alla Via Cassia interna ma anche ad alcuni vicoli che potrebbero essere restaurati anche per collaudare una metodologia di intervento rispettosa dell’esistente e già ampliamente applicata altrove. 3) Parco suburbano. Oltre al parco suburbano proposto molti anni fa nella tesi di laurea di Stefania Fieno, la destinazione a parco di una parte del territorio boschivo di Vetralla si impone nell’ottica dello sviluppo e della occupazione, e lo stesso può dirsi a proposito di un parco archeologico a tutela dell’area di Grotta Porcina. La proposta dei Parchi Suburbani per la tutela del paesaggio circostante i centri antichi ha avuto un clamoroso successo e sviluppo Viterbo con la vicenda del Parco Arcionello, iniziativa capace a sua volta di stimolare gli studi sull’area e che ha trovato come prevedibile forte resistenze da parte dell’Amministrazione Comunale viterbese. Il parco suburbano è stato tema di tesi di laurea in Storia dell’urbanistica (progetto per Castel Sant’Elia) e di proposte attualmente in corso (Comune di Civitella S. Paolo). 4) Mura urbane. Sulle mura urbane medievali di Vetralla è stata redatta una tesi di Laurea (vedi “Studi vetrallesi” n. 14, Editoriale), e così anche sulla Rocca semidistrutta dai bombardamenti. Nonostante il danno perpetrato su Porta San Pietro con un “restauro” sostanzialmente distruttivo, sarebbe ancora attuabile un piano complessivo di salvaguardia che in alcuni punti ancora conservati potrebbe arrestare il degrado, e in altri eliminare le più vistose e recenti manomissioni. 5) Regolamento per l’ornato. Gli studi condotti a più riprese su Vetralla dagli allievi della Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti dell’Università di Roma “La Sapienza” avrebbe potuto consentire, da oltre un decennio, la redazione di un regolamento preciso ed efficace volto a tutelare l’autenticità del Centro Storico e a favorirne la valorizzazione. La normativa oggi vigente non garantisce -anzi punisce- l’edilizia storica e non è sufficiente a innescare lo sviluppo abitativo. Contro il continuo degrado dell’immagine (omologata sempre più a un gusto “moderno” di periferia) e delle strutture (deterioramenti, crolli ecc) si può ancora intervenire per salvare il salvabile. In questi ultimi anni le esperienze maturate redigendo il Regolamento per l’ornato di Viterbo, Calcata, Civitella San Paolo, e il Piano di recupero di Calcata hanno confermato, a fronte di una avversione ad ogni regola di chi non vorrebbe vincoli ai propri personali interessi, una forte crescita della sensibilità per il bene pubblico e per il patrimonio collettivo inteso anche come simbolo prestigioso e riconosciuto delle proprie radici storiche. Salvando l’autenticità e recuperando l’immagine sicuramente si otterrà anche una crescita di valore e un riconoscimento dei cittadini all’amministrazione che vorrà intraprendere questa strada. |