COSA GRIDANO A CHIA - Le passeggiate del santo editore
a cura di Antonello Ricci

 
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Immagini effettuate durante passeggiata a Chia. Annibal Caro e gli altri. 15-6-2013 (foto D.Ghaleb)

Se a sìghin a Chia? Cosa gridano a Chia?
C'è stato un momento della nostra storia.
Fu quando, per la prima volta nella millenaria prigione di grano e ulivi del mondo contadino, i giovani si rifiutarono di ripetere i gesti del padre. Preferirono andarsene via, lungo una strada dritta e senza fine. E non tornare mai più.
In quegli stessi anni, mentre conduce la sua solitaria-disperata battaglia contro quel falso mito di progresso e quell'omologazione al consumismo che in dieci anni hanno portato via tutto ciò che sapevamo e ricordavamo, Pier Paolo Pasolini trova rifugio sicuro nell'Alto Lazio, in un castello abbandonato circondato da un bosco di querce. «Nel paesaggio più bello del mondo», dice. Se ne innamora.
Nel punto estremo della sua parabola creativa e intellettuale, il poeta friulano invocherà più volte il nome/nume di Ludovico Ariosto, il sorriso smagato e l'armoniosa incantagione della natura tipici dei versi ariosteschi: a garanzia della risanante bellezza e del potere taumaturgico di quel paesaggio unico e universale. Perché?
Lo scopriremo insieme. Passeggiando e raccontando. Al ritmo solenne e disteso degli endecasillabi di Ariosto e Pasolini. Non mancate.