HOME COLLANE EVENTI PRODUZIONI MUSEO
LIBRI ON-LINE FILMATI NOVITÀ CONTATTI
 

Nota introduttiva di Stefano Francocci, Direttore del Museo Civico di Nepi

Dopo alcuni anni dall'uscita del primo, vede la luce il secondo volume della collana “Archeologia e Storia a Nepi”. Come per il precedente, il libro raccoglie i testi di alcune delle conferenze organizzate dal Museo Civico negli anni passati, ma con due sostanziali differenze: la rinnovata veste grafica, curata dall'editore Davide Ghaleb, e la voluta selezione, su base cronologica, degli argomenti trattati.
I lavori presentati in questa sede abbracciano, infatti, tematiche che interessano un arco temporale esteso fra il basso medioevo e l'età moderna; è questo un tentativo di dare maggiore organicità alla pubblicazione che mi auguro troverà il favorevole riscontro dei lettori.
Caratteristica della collana resta la capacità di proporre ricerche innovative nel campo degli studi storici, dell'archeologia e della storia dell'arte, con particolare riferimento a Nepi ed al territorio della provincia di Viterbo.
Per quanto riguarda Nepi, in questo volume sono affrontati argomenti di grande interesse che meritano sicuramente futuri approfondimenti, come ad esempio “l'abitare nel medioevo”. L'analisi delle “case a portico”, una tipologia ampiamente documentata in ambito laziale, introduce allo studio dell'urbanistica cittadina, caratterizzata da profonde trasformazioni fra la fine del medioevo e l'inizio del rinascimento. In questo momento, forse il più fiorente nella lunga storia di Nepi, la famiglia Borgia fece ampliare la Rocca ed alcuni decenni dopo un'altra importante famiglia, quella dei Farnese, diede inizio, come avvenne in altri centri della Tuscia, al riassetto dell'impianto urbano.
Le testimonianze architettoniche che quest'epoca ha lasciato sono imponenti: la Rocca dei Borgia, la cinta fortificata farnesiana, il Palazzo Comunale. Accanto a questi importanti monumenti, ve ne sono altri meno noti che custodiscono veri e propri tesori d'arte; fra di essi il Palazzo Celsi, fatto costruire da Ascanio Celsi nella seconda metà del Cinquecento, al cui interno si conservano pregevoli affreschi.
Seppur la città abbia conosciuto un declino a partire dal Seicento, continuò, comunque, ad essere arricchita da monumenti ed opere d'arte, come illustra lo studio del bel dipinto della Madonna di Costantinopoli conservato nella chiesa di San Giovanni Battista, una delle numerose immagini dedicate alla Vergine Maria presenti a Nepi, indice del forte attaccamento della popolazione al culto mariano.
Proprio a Santa Maria Assunta è intitolata la chiesa più importante di Nepi, il Duomo, la cui decorazione pittorica, ridipinta ex-novo a seguito dell'incendio appiccato all'edificio dalle truppe francesi nel 1798, si deve a Domenico Torti, artista quasi sconosciuto che lavorò anche nella Sala Nobile del Palazzo Comunale e la cui figura trova ora il giusto riconoscimento.
Il volume è arricchito dagli studi sulle ceramiche, sulla monetazione e sull'araldica che nell'insieme illustrano un periodo storico molto importante per la Tuscia e per Nepi, quello che vide la nascita nel 1537 del ducato di Castro per volontà di Paolo III Farnese. Pier Luigi Farnese, divenuto governatore della città, si fregerà del titolo di “Primo Duca di Castro e Nepi”.
Concludo ringraziando gli studiosi che hanno collaborato, fornendo i loro scritti, il signor Gabriele Roschini e l'amministrazione comunale, in particolare nelle figure del Sindaco Pietro Soldatelli e del Consigliere Moraldo Adolini, che hanno consentito che il volume vedesse le stampe.
Un esempio di collaborazione fra pubblico e privato che merita il plauso e che costituisce una linea di indirizzo.