C'ERA UNA VOLTA... I MONTI CIMINI
a cura di Marco D’Aureli
e degli Apprendisti artigiani delle storie e dei paesaggi locali

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PRESENTAZIONE

Enrico Panunzi
Consigliere regionale

Passiamo per Soriano nel Cimino, e ci dimentichiamo che negli ultimi cento anni ha ospitato tre pesi massimi della cultura italiana: Pirandello, Pasolini, De Andrè. Camminiamo per Vitorchiano e abituati alla sua bellezza non pensiamo che un grande regista come Monicelli l’ha scelta per girarci quel capolavoro che è L’Armata Brancaleone. Tra i tanti meriti che ha questo volume c’è proprio quello di far innamorare di questi posti chi ci abita, che a volte non è consapevole della bellezza da cui è circondato. Ciò accade perché abbiamo un occhio educato e ci sembra “normale” quello che normale non è, vale a dire la varietà dei nostri paesaggi, delle nostre tradizioni e delle nostre storie. Ed ecco trovato un secondo merito, quello di educare i cittadini (meglio ancora se giovani o giovanissimi come in questo caso) ad essere narratori di comunità o, come sono stati chiamati in questo progetto con una bellissima definizione, “artigiani dell’immaginario”. Come tutti gli artigiani sono custodi di qualche sapere, ed in questo caso è il sapere della narrazione: siamo di fronte quindi a dei moderni cantastorie, che magari al posto del taccuino e della voce hanno il tablet e un microfono ad archetto, ma che sanno comunque emozionare. Sanno attingere a radici antiche ma foriere di scenari futuri esaltanti da immaginare e vivere.

Materiale, del resto, non manca nei dieci Comuni associati al progetto Carbacc: dalle gesta del «Re del Campo» Picino – a chi scrive particolarmente caro in maniera bivalente perché legato anche al Palio – a Corrado Alvaro e Libero Bigiaretti, fino ad arrivare ad uno dei geni della pittura di ogni tempo come Salvador Dalì suggestionato dal Parco dei Mostri di Bomarzo. La pubblicazione del libro che avete in mano, infine, è la dimostrazione che l’obiettivo prefissato dal progetto è stato pienamente raggiunto. Si voleva restituire alle comunità i patrimoni orali e letterari, mischiando tra loro saperi popolari e colti: leggendo ho avuto l’impressione che gli autori siano riusciti molto bene nel loro intento con spigliata linearità ed orgoglio popolare.