Sabato 21 aprile alle ore 16,30 presso il Museo della Città e del Territorio di Vetralla, in occasione della mostra “Archeologia e territorio, scavi e ricerche dell’Università della Tuscia. a cura del DISMA (Dipartimento di Scienze del Mondo Antico, (Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali) si terrà la conferenza dal titolo “Vulcanesimo in Archeologia” di Gioacchino Lena dell’Università della Tuscia..
La scoperta di Pompei nel XVIII secolo fu un evento straordinario che dimostrò al mondo come un episodio drammatico come una eruzione vulcanica possa diventare un evento di grande importanza culturale.
Tuttavia non soltanto Pompei e i centri dell’area vesuviana conservano tracce di vita passata, interrotta da una eruzione. Basti pensare, in ambito geologico e archeologico, all’importanza assunta in questo campo dalle colonne del Serapeo di Pozzuoli, al punto da essere prese come illustrazione della copertina del libro “Principles of Geology”, testo fondamentale per la geologia moderna; con queste anche Lipari, Stromboli, Panarea, Ischia, Santorini.
Anche l’insediamento umano nel Lazio ha affrontato problemi derivati dal’esistenza di vulcani con eruzioni di tipo esplosivo e freatomagmatico come quelle vesuviane.
Tutti recenti (Cimino, Vico, Apparato Vulsino, Sacrofano e Baccano, Apparati Albani) ma non attuali hanno avuto una grande influenza per tutto il Paleolitico terminando la loro attività parossisitca prima che la glaciazione wurmiana avesse termine. Ma con la loro presenza hanno determinato l’aspetto paesaggistico in cui si inserirono la civiltà etrusca prima e quella romana poi e fornendo i materiali necessari alla edificazione di monumenti significativi della loro attività. Basti pensare al simbolo stesso di Roma, al Colosseo tutto in travertino (strettamente legato alle fasi finali del vulcanesimo laziale) e in tufo (il tufo Sperone).
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