Appendere.. ad Arte II
Nota introduttiva di Valentina Ierrobino
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Quando mi è stato chiesto di scrivere l’introduzione per la seconda edizione di Appendere ad Arte ho risposto con entusiasmo, perché è un onore per me partecipare agli eventi dell’APAI, avere la possibilità di conoscere e lasciarmi incantare dagli artisti che sempre più numerosi prendono parte alle iniziative dell’associazione. Ho notato, con molto piacere, che i contenuti e le opere degli autori sono sempre più coinvolgenti e artisticamente validi, per quanto possa essere modesto il mio giudizio e che la forza motrice delle poesie è quel sentimento immortale e autentico che ci aiuterà – ne sono convinta – a superare il periodo di recessione nel quale viviamo ricominciando a vivere… mi riferisco all’amore, chiaramente!

È ormai assodato che ogni epoca ha il suo momento di massimo splendore, e di contro, la sua crisi politica, finanziaria, religiosa, sociale. Così come ogni tempo ha i suoi personaggi ricchi e potenti, coraggiosi e codardi, inventori e impostori; ed ogni popolo ha la sua storia, le sue virtù, le sue paure. Su tutto questo, sulla ciclicità della vita solo un sentimento sembra essere immortale, o almeno così viene cantato da poeti e artisti di ogni tempo… l’amore. L’amore per la vita stessa, per la bellezza del Creato, per un compagno incontrato, per la patria che si è dovuta abbandonare, per un momento passato di cui si conserva il ricordo, per un amico che non ci sarà più. Spinte dall’amore per la conoscenza nascono le domande sul senso dell’esistere, sulle origini ancestrali dell’umanità; mentre la voglia di immortalità fa escogitare espedienti per sconfiggere la paura di morire, il timore di esser nulla.
È proprio l’amore il sentimento principe che trapela dalle poesie di questa raccolta, che viene lodato nella vita di tutti i giorni o che si cerca disperatamente tra i ricordi del passato, o tra i giorni del futuro. L’amore è celato in alcuni versi dall’ermetismo delle parole che nascondono in profondità la voglia di vivere nell’amore e spronano alla ricerca di un mondo migliore, alla rottura degli schemi dove tutti, nella finzione della vita esteriore, sono intrappolati come colori di un quadro, come note di una melodia o ancora come parole; laddove ogni singolo colpo di pennello, un suono o un segno grafico rappresentano un mondo interiore in continuo movimento. I colori dell’arte, le note di uno spartito musicale o il ritmo di una poesia mai possono considerarsi convenzionali e gli autori di Appendere... ad Arte dimostrano come la libera espressione artistica non può esistere come creatività fine a se stessa, ma solo come forza evocatrice di aspetti misteriosi, magici, subliminanti.

Ogni poesia, come ogni sua rappresentazione grafica, evoca l’infinito. L’infinito dell’espressione artistica, l’infinito dei sentimenti, l’infinito delle emozioni che sopravvivono ad ogni tempo e ad ogni epoca. Questo è il mistero della vita, la risposta che cerchiamo. Forse. Ma certamente è l’espressione dell’amore. Dobbiamo sforzarci di capire ogni singola parola, dobbiamo cercare con intensità all’interno delle poesie la nostra “acqua di fonte”, dobbiamo saper interpretare il segno che “ognuno lascia nel cammino di un altro” perché quel che non riceverà risposta “sarà perso nel silenzio” di un attimo.

 


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