Carmina Nova - Mara Valeri
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Introduzione di Anna Lana

Una considerazione su tutte: malinconia è consapevolezza di sè nel reale; è modalità conoscitiva che contempla l’esperienza dell’imperfezione e del limite, e serenamente accoglie.
Ci sorprende fanciulli nel “... sospiro acquietato della sera”...; accompagna nel divenire giovani finché da adulti ci ritrova, afasici, catturati dallo stesso profondo respiro: un nodo a stringere la gola, le pupille a galleggiare in un fiume di lacrime, che però non trova il suo corso.
Mara Valeri è poetessa della malinconia.
È malinconia che affiora nel ricordo di una età innocente, che si ha la certezza non potrà tornare; è constatazione sofferta che ciò che non è stato, mai più potrà essere e profezia, quasi, d’un futuro che nostro malgrado seguirà le vie che meno ci saremmo attesi o augurati.
Eppure la poesia trova dei varchi, in un orizzonte così serratamente prefigurato, apre spiragli di cambiamento. Metanoie dello spirito che edificano ex novo gli “altrove”: città invisibili di calviniana eco, spazi iperuranei di eidola (idee), care ai filosofi.
Mara Valeri ha un potere forte e dirompente che veste però con la grazia con la quale indossava, nel fiore degli anni, 1’abito delle feste.
Con lo sguardo vago eppure intenso, di sua mano chiaroscurato in “Ritratto Giovanile”, Mara rapisce; rapisce per trascinare giù, nei meandri di quegli spazi endogeni che genera e trattiene in grembo; che libera in poesia, come bolle gonfie di senso e concetto ma leggere come il più lieve dei sogni, dietro le ciglia d’una bimba dormiente.
Questa, una selezione scelta di versi, tutti inediti, a tracciarne il profilo d’autrice lungo i lite-motiv della sua vita.