Al crepuscolo del millenario impero di Roma, un poeta esclamava: – E ti meravigli che possa morire un uomo, quando intere città lo fanno?
Un antropologo francese ci spiega come le rovine del passato conservino ancor oggi una tenace vocazione pedagogica: al loro cospetto ci attende infatti, attraverso e oltre il tempo della storia, una esperienza estetica del tempo puro che scorre e ci vanifica, del monito che unisce e che separa il limitato svolgersi della vicenda umana dal lavorio incessante dei ritmi di natura. Dettati, questi ultimi, su uno spartito cosmico-geologico sì smisurato da annichilire la nostra superbia antropocentrica. Tanto da renderci più umili e più saggi, se solo volessimo.
L'ode di un poeta di provincia intonata sulle vedute di un pittore-viaggiatore romantico inglese. Le burle di un marchese perdigiorno nella Roma napoleonica e un simpatico parroco-brigante del regno pontificio. I sonetti alla Tolfa del manierista Annibal Caro e quelli di Peppe Er Tosto (alias Giuseppe Giocchino Belli) in viaggio per la Campagna Romana. Le visioni “infernali” e le reminiscenze ariostesche di un poeta popolare di Montevirginio detto Il Cinese. L'esilarante finto medioevo di Brancaleone da Norcia che cammina sui carboni ardenti e la terza tentazione del Demonio al cristo pasoliniano nel deserto.
Perché tutte queste cose, queste storie, questi autori e personaggi si sono dati appuntamento in una città-fantasma dell'Alto Lazio, fra le rovine di una chiesa barocca e di un palazzo-castello, sugli acciottolati di strade e piazze rimangiati da secoli di abbandono, dal lavorìo paziente e rigoglioso dell'erba e del bosco?
Quale «messaggio prezioso» consegnavano le rovine di Monterano agli illustri viaggiatori dell'immaginario – poeti, registi, artisti – che vi facevano sosta nel corso dei secoli? Che cosa hanno da insegnare a noi uomini del Dopostoria le visioni di questi ultimi? Come possono illuminarci su questioni fondamentali della civiltà occidentale tra Rinascimento, Romanticismo e Modernità, sul nostro rapporto con il passato e con il nostro senso di identità, con la storia e la memoria?
Venite a scoprirlo. Passeggeremo insieme, fra le rovine di Monterano, in compagnia dei racconti di Antonello Ricci, della voce e dei gesti dell'attore Pietro Benedetti e delle “pillole” storico-archeologiche di Giuseppe Romagnoli, uno dei maggiori esperti di una città perduta che ben poco ha da invidiare a quelle aurifere del leggendario Far West... |