NEPI NELLA STORIA E NELL'ARTE
Tradizione e nuove ricerche

A cura di Francesca Ceci e Stefano Francocci

Il titolo stesso del convegno “Nepi nella Storia e nell’Arte: tradizione e nuove ricerche”, tenutosi a Nepi il 29–30 ottobre 2021, indica l’intento che aveva ispirato la sua organizzazione; ovvero quello di proporre le conoscenze già acquisite in campo archeologico e storico-artistico e i risultati delle nuove ricerche su Nepi e il suo territorio.

Quanto scaturito dal convegno è un’opera eterogenea che affronta sia tematiche di natura più generale, come quella del ruolo di Nepi in età protostorica, sia argomenti specifici, quali lo studio dell’evoluzione della tecnica muraria in età medievale, dell’abbigliamento di Lucrezia Borgia o dell’arsenale della Rocca.

Per quanto in alcuni casi possano essere stati riproposti dati noti, tutti gli interventi hanno apportato nuove conoscenze. Emblematica la questione della tela dell’Assunzione della Vergine conservata presso il Duomo di Nepi che Giorgio Felini nel 2013, nell’ambito di una monografia dedicata al complesso architettonico, aveva attribuito al pittore Francesco Fernandi detto l’Imperiali e che grazie alle testimonianze d’archivio, confermate da confronti con altre opere, lo stesso autore ha potuto in questa sede ascrivere definitivamente a Ludovico Mazzanti.

L’organizzazione del Convegno si è pregiata della collaborazione con la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale che in questi ultimi anni ha esercitato interventi di controllo sulle attività di scavo, interventi di restauro e investigativi. I risultati di questo lungo lavoro sono stati illustrati all’interno di due contributi particolarmente significativi per la varietà e la novità dei dati presentati.

Le attività di controllo hanno, infatti, portato alla luce nuove testimonianze sulla viabilità antica e sulle forme di insediamento del territorio, con esempio più rilevante quello dei resti della villa romana scoperta in località Monte Topino.

Si deve, invece, all’attività di restauro il recupero di quanto ancora conservato dell’affresco presente all’interno della Rocca dei Borgia e del dipinto della Madonna della Libera custodito nella chiesa di San Pietro. Dallo studio di quest’ultimo sarebbero scaturiti elementi che sorprendentemente ne indicherebbero la realizzazione non al XV secolo, ma al secolo scorso.

 


Presentazione di Margherita Eichberg
2023


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