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Quando il presidente, Terzo Clementi, mi ha contattata telefonicamente chiedendomi di scrivere la prefazione alla pubblicazione celebrativa dei venti anni di vita del Roma club Vignanello sono rimasta piacevolmente colpita. È stata una simpatica dimostrazione d’affetto verso la nostra famiglia. Un feeling che sembra non risentire del tempo e della distanza che gli eventi hanno prodotto tra noi e la tifoseria. Non mi sono potuta esimere. Ed eccomi qua, dunque, a ricordare un piacevole episodio che seguì la vittoria del terzo scudetto giallorosso, in quel fantastico 17 giugno 2001. Subito mi sono tornati alla mente posti, persone, colori che credevo d’aver deposto in un angolo remoto, assieme a tanti altri bellissimi ricordi. E come potrei dimenticare quell’estate del 2001 e in particolare quel 14 luglio? Lasciata la Capitale, mentre percorrevamo quelle poche decine di chilometri per raggiungere Vignanello, la domanda (che si rivelò in seguito del tutto banale) che ci ponevamo strada facendo: riusciremo mai a trovare il Roma club? In realtà, fu tutt’altro che difficile. Infatti, lasciata la strada in aperta campagna, entrammo in un paese completamente bandito a festa, dove i colori dominanti erano il giallo ed il rosso. Ricordo, come fossero passate solo poche ore, che una marea di persone festanti era ad aspettarci nei pressi di una piazza. I cori da stadio si alternavano ad applausi e frasi affettuose gridate a gran voce. Mentre procedevamo con la macchina, a passo d’uomo, quella massa si apriva, quasi per incanto, e ci guidava nel percorso fino al Roma club. Facemmo l’intero tratto tra due ali di folla festante. Sostammo nei pressi di una stazione. Percorremmo a piedi un breve tratto. Io ed il mio amatissimo marito provammo una forte emozione: avevamo una chiara testimonianza che la felicità del popolo giallorosso, per la vittoria del terzo scudetto, si spingeva ben oltre i confini della provincia di Roma. Uno scroscio d’applausi ci accompagnò fin sulla soglia del Roma club. Appena fummo all’interno della sede romanista, alcuni tifosi mi si fecero incontro e mi donarono un mazzo di fiori, rigorosamente giallorossi. Lo accettai di buon grado e lo strinsi a me per apprezzarne il profumo. Mi accostai ad una parete, accanto a tanti altri tifosi. Nel frattempo mio marito prendeva posto al tavolo della presidenza. Mi resi conto dalla sua voce che l’emozione, per quella fantastica dimostrazione d’affetto, non aveva preso solo me. Ne ebbi ulteriore prova quando nel corso del suo discorso trattò argomenti che non avrebbe mai trattato se non fosse stato a suo agio. E sì, perché Franco Sensi percepiva i tifosi romanisti come suoi familiari. In quel Roma club lui si sentiva come a casa sua. Parlò con il cuore in mano e riuscì a trasmettere ai tifosi presenti nel locale e ai tanti altri che erano rimasti fuori (per questioni di spazio) quel suo amore irresistibile per la Roma. Ebbene, seppur a distanza di anni è stato davvero piacevole poter ricordare quei momenti intensi. Ringrazio quindi tutti gli iscritti al Roma club Vignanello per avermi dato questa opportunità: mi ha dato modo di riportare alla mente la bellezza del territorio alle falde dei Monti Cimini e il calore e lo spirito dei suoi aderenti. È per me un piacere ed un vero onore poter partecipare alla celebrazione dei venti anni di vita del Roma club. Spero che una festa, come quella vissuta circa quindici anni fa, possa tornare a riproporsi il più presto possibile. Quel clima di festa e quella felicità sul volto del popolo giallorosso sembrano però un bene troppo prezioso perché possa essere elargito con troppa frequenza. Con affetto
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