L'improvvisa scomparsa di Enrico, nel giugno 2007, ci ha trovati impreparati, sgomenti, senza quella guida forte e sicura, a cui ci eravamo abituati. A dieci anni dall'uscita del primo numero di Studi Vetrallesi ci rendiamo conto di quanto lavoro, amore e dedizione Enrico ha dato a questo territorio, facendone un esempio di ricerca applicata, e donando, infine, a tutti i cittadini di Vetralla un luogo dove conservare ed alimentare la propria memoria storica. Non è facile ripercorrere qui questo cammino, pieno di ostacoli ma anche di grandi gioie, nè sarebbe giusto giudicare o valutare un percorso che non può che lasciare il segno in una realtà che sta velocemente mutando, tanto da ricordare con difficoltà ed approssimazione persino il passato più recente.
L'operazione culturale iniziata a Vetralla ormai quindici anni fa, un progetto ambizioso dal nome Museo della città e del Territorio, aveva tra le sue finalità di lasciare qualche cosa su cui riflettere, di creare una coscienza del bello e di abituare la gente a non accettare passivamente una realtà completamente estranea alle proprie radici culturali, alimentare la curiosità e la voglia di conoscere, aiutare soprattutto le nuove generazioni a capire e a rispettare il concetto di origine, a parlare in modo semplice per farsi capire da tutti, ma senza mai abbassare il livello della conoscenza. Tutto questo aveva bisogno anche di supporti di divulgazione, la carta stampata serve per far conoscere alle persone i risultati della ricerca scientifica, serve per far capire ai giovani che il loro impegno allo studio può anche contribuire alla valorizzazione del proprio territorio; così è nata la casa Editrice Davide Ghaleb, oggi un riferimento importante per la Tuscia, e questa Rivista, con il nome di Vetralla nella testata, perché l'amore per questo luogo è stato grande ma in pochi se ne sono accorti, ma dedicata a tutto il territorio laziale con particolare riguardo per l'alto Lazio.
In questo numero, un po' speciale, una gran parte è dedicata alla raccolta degli scritti di Enrico Guidoni, organizzati per argomenti e che toccano quelle tematiche giornalmente al centro dei suoi pensieri e sempre rivolti al grande pubblico, testimonianza di grande finezza intellettuale i suoi ragionamenti sull'arte, ma anche di generosità d'intenti la sua perenne preoccupazione per quella mancanza di rispetto che molti hanno verso le semplici “cose” della cultura materiale.
La seconda parte della Rivista, come di consueto, riguarda le Ricerche e le Tesi di Laurea. In modo particolare va segnalato il rinvenimento di nuovi affreschi, emersi sotto lo scialbo della parete di controfacciata della chiesa di S.Maria di Foro Cassio a Vetralla. Già famosa per la ricca serie di testimonianze artistiche che nel tempo hanno decorato l'antica chiesa, sulla quale ci siamo soffermati più volte e che anche in questo ultimo anno è tornata al centro dell'attenzione (vedi Notiziario), quest'ultima sorpresa ci ricorda l'estrema precarietà di tutta la pellicola pittorica tanto da richiedere immediati interventi di conservazione, che presto, secondo quanto ci viene detto dagli Enti preposti, verranno attuati; sembra infatti realizzarsi uno degli obiettivi più fortemente sollecitati, ed in vario modo, dal Museo della Città e del Territorio: il restauro della chiesa e dei suoi apparati
Infine, a testimoniare la ricchezza e la varietà degli argomenti trattati in questi dieci anni dalla rivista Studi Vetrallesi, si è pensato di elaborare un Indice generale organizzato per Autori (in ordine alfabetico) e per Rubriche e prendiamo l'occasione per ringraziare tutti coloro che in questo lungo periodo hanno collaborato a questa iniziativa editoriale con i loro scritti, con le loro idee e soprattutto con il loro entusiasmo. Quest'avventura ha avuto come protagonisti innanzitutto l'Editore Davide Ghaleb, con la sua totale dedizione, i molti amici del Museo della Città e del Territorio, che hanno fondato Vetralla Città d'Arte, un gruppo sui generis e di fondamentale importanza anche per le molteplici attività che hanno accompagnato e caratterizzato la vita del Museo in tutti questi anni (e ricordo il nucleo “storico” formato da Gabriella Norcia, Rita Moracci, Giuliana Lupi, Fulvio Ferri, Mary Jane Cryan, Fiorella Piantini, Domenico Carloni e tanti altri), ma un ricordo speciale va ai giovani ricercatori, dottori di ricerca, architetti, archeologi, specializzati, laureati e studenti che hanno partecipato con il loro contributo personale alla realizzazione di questa rivista.
Elisabetta De Minicis